Carbonara di carciofi – Artichoke carbonara

Iniziano a fare capolino nei mercati e nella grande distribuzione, i carciofi, ortaggi dalle mille virtù, giunge in Europa, ed in particolare in Grecia, dalla lontana India passando per l’Egitto. Nelle grotte di Ajanta, nello Stato del Maharashtra, si trova infatti un dipinto che li raffigura, furono comunque gli Arabi, non si sa se per selezione delle varietà già presenti in Europa o importandone altre già domesticate, a diffondere il carciofo che oggi è sulle nostre tavole e che prende il suo nome da quello arabo di ḵuršūf. Così nella sua nuova veste il carciofo ha iniziato ad entrare nella cultura culinaria dell’Italia, che ne è oggi il principale produttore mondiale. Chi ama la carbonara e i carciofi, non potrà non apprezzare la carbonara di carciofi, una variante vegetariana del primo piatto romano celebre in tutto il mondo. Condita con la salsa base della carbonara con tuorli, formaggio, sale e pepe, al posto del guanciale croccante previsto nella ricetta tradizionale sono presenti spicchi di carciofi brasati in padella con olio, aglio, vino e timo!

facile
50 minuti

Ingredienti per 8 persone:

700 g di spaghetti, 6 tuorli, 6 carciofi, aglio, pepe, un bicchiere di vino Pecorino Doc, 300 g di Pecorino romano grattugiato, timo q.b.

Pulire i carciofi, tagliarli a spicchi. Scaldare un cucchiaio di olio EVO in una pentola e aggiungere l’aglio in camicia. Tuffare i carciofi, bagnare con il vino bianco e coprire immediatamente. Lasciare brasare i carciofi per qualche minuto. Preparare la base della carbonara mischiando i tuorli con il formaggio, il pepe e il sale. Cuocere gli spaghetti, scolarli e unirli alla salsa carbonara, unire i carciofi, se necessario, aggiungere un cucchiaio di acqua di cottura della pasta, finire con il timo tritato. Servire immediatamente!

Vino in abbinamento

Pecorino Doc

Alla vista è giallo paglierino intenso con riflessi dorati, al naso esprime sensazioni di frutta tropicale e fiori bianchi, acacia e ginestra caratterizzato da sfumature mielate e da nuance minerali di pietra focaia. Al sorso si sviluppa in equilibrio con freschezza e sapidità, fine, persistente con finale tipicamente ammandorlato.

Artichokes, a vegetable with a thousand virtues, are beginning to make their appearance in markets and large-scale distribution. They arrived in Europe, and particularly in Greece, from faraway India via Egypt. In the caves of Ajanta, in the state of Maharashtra, there is a painting depicting them. However, it was the Arabs, we do not know whether through a selection of varieties already present in Europe or by importing others already domesticated, who spread the artichoke that is on our tables today and which takes its name from the Arabic name of ḵuršūf. Thus in its new guise, the artichoke began to enter the culinary culture of Italy, which is now the world’s leading producer. Those who love carbonara and artichokes cannot fail to appreciate the artichoke carbonara, a vegetarian variant of the world-famous Roman pasta dish. Served with the basic carbonara sauce of egg yolks, cheese, salt and pepper, instead of the crispy guanciale provided in the traditional recipe there are artichoke segments braised in a pan with oil, garlic, wine and thyme!

easy
⏰50 minutes

Ingredients for 8 persons:

700 g of spaghetti, 6 egg yolks, 6 artichokes, garlic, pepper, a glass of Pecorino Doc wine, 300 g grated Pecorino Romano cheese, thyme to taste.

Clean the artichokes and cut them into wedges. Heat a tablespoon of EVO oil in a saucepan and add the poached garlic. Toss in the artichokes, douse with white wine and cover immediately. Allow the artichokes to braise for a few minutes. Prepare the carbonara base by mixing the egg yolks with the cheese, pepper and salt. Cook the spaghetti, drain and add to the carbonara sauce, add the artichokes, if necessary, add a tablespoon of cooking water from the pasta, finish with chopped thyme. Serve immediately!

Wine pairing

Pecorino Doc

Intense straw yellow with golden hues, the nose expresses sensations of tropical fruit and white flowers, acacia and broom characterized by honeyed nuances and mineral nuances of flint. On the palate, it develops in balance with freshness and sapidity, fine, persistent with a typically almondy finish.

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